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giovedì 13 marzo 2014

A proposito di Davis - la recensione dei Tre coinquilini





A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis) delude agli Oscar, ma non in sala.

L'ultimo lavoro dei fratelli Coen con protagonista Oscar Isaac appassiona tanto, diverte sboccatamente, commuove con sobrietà e, in una parola, convince.






Il film racconta la storia di Llewyn Davis, un cantante folk del quartiere newyorkese Greenwich Village. I fatti sono ispirati alla vita del musicista Dave Van Ronk e a come quest ultimo se la passava agli inizi degli anni sessanta, cioè prima del successo. 
Lo scontro di un uomo, che tenta di vivere di musica e d'arte, contro un mondo votato al guadagno, che l'ignora e lo calpesta, non sembra la premessa migliore per una trama originale... e invece A proposito di Davis riesce a raccontare una storia coinvolgente, arricchita da personaggi intriganti, dai problemi che si trascinano dietro, dalle loro vicende e soprattutto dalla loro musica - è difatti la musica la componente del film più elegantemente sentimentale che esprime in note tutto ciò che i personaggi non riescono, o non vogliono dire. La scena centrale, l'audizione di Davis di fronte Bud Grossman, è probabilmente l'apoteosi di questa scelta rappresentativa dei Coen. 
Viene sollevata in tal modo una paura di fondo: di fronte all'incomunicabilità, la musica riesce a ritagliarsi un angolo di espressività e di dialogo, ma questo stesso spazio rischia di diventare autoreferenziale (e cioè altra incomunicabilità), o di degradarsi ad una questione di lavoro e vendibilità. 

Ma dopo una tale indigestione di serietà, che ha causato persino a me forti crampi addominali, spostiamoci finalmente agli sgangherati tre buoni motivi per cui guardare il film!


Ma guarda 'sta merda, manco a pestarla porta fortuna.

L'ex di Davis, o insomma quella che s'è fatto, è un'insultatrice professionista con una specializzazione in umiliazione e avvilimento. 
Si impara molto ad ascoltarla ("doppio condom", "fratello sfigato di re Mida" ecc ecc), ma se per un attimo sarà malauguratamente in voi un minimo di empatia per il protagonista mentre lei è in scena, cercate in fretta della carta, perché le orecchie cominceranno a sanguinarvi a iosa.





I will never pay. I'll just surf away!


COUCHSURFING ESTREMO - o detto altrimenti "scrocco senza frontiere", o ancora "scrocca&fuggi": si può vivere completamente a danno degli altri
A quanto pare, sì, o per lo meno era possibile nei magici anni 60. Credetemi questo è l'unico vero messaggio del film!
Davis non ha una casa; dorme, fa colazione pranzo e cena (ed espelle colazione pranzo e cena) da amici, da conoscenti e da sconosciuti. SURFIN USA.








Where the hell is my scrotum?
UN GATTO CON LE PALLE - Tra i protagonisti secondari più riusciti: il gatto! il gatto dei Goldfein che nelle prime scene con una zampa sulla spalla di Davis guarda straniato e affascinato (almeno credo, che ne so io di sguardi di gatti!) dai vetri della metropolitana. 
Il gatto, ma chiamiamolo col suo nome, Ulisse si perde, Davis crede di averlo ritrovato; ma quando la signora Goldfein prende in mano la palla di pelo rossiccia, la guarda dritto dritto nei genitali: Where is his scrotum? Where is his scrotum?
La scena più drammatica del film, in cui si intrecciano morte, nostalgia, legami familiari spezzati, è coronata dalla domanda esistenziale: dove sono le palle del gatto? 


p.s. Ebbene sì, scroto in inglese è scrotum!



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